Pagina:Rime-di-Bindo-Bonichi.djvu/36

XXVI

marci ribelli perchè non gli eravamo schiavi; ed, essendo cosa naturale ne’ príncipi crudeli e tiranni la timidità, tanto più temuto vendicatore quanto più n’era stata grande la paura di perdere la due volte minacciata potenza. Laonde rifuggissi nella ospitale Francia, accompagnatovi dall’affetto dei concittadini, dalle proprie virtù, dagli studj consolatori. Quivi, poichè anche allora, come ora e sempre, alcuni, i quali non men poveri di valore e d’atti virtuosi che ricchi di pretensioni e di orgoglio ploravere suis non respondere favorem speratum meritis o non carpirono agognate prede, pagatrici e nutrici d’ozio e di vizi, gli dieder carico delle colpe solite darsi a’ reggitori nelle mutazioni di stato, egli scrisse franca e poderosa apología di se e degli atti suoi; la quale conferma