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XXV

di Magra, trasse fino al cinquantesimo anno tranquilla vita in patria; dove con eccellente successo di fortuna e di lode esercitò l’avvocatura, e dove rimane ancora memoria delle sue dotte e faconde arringhe; tanto nel tutto insieme aliene dalla consueta barbarie del Foro, quanto dalla presuntuosa loquacità d’alcuni nostri moderni, confusa dagli sciocchi colla facondia, e più spesso (maraviglioso a dirsi) colla eloquenza! Finchè, fatto noi qui segno e moto d’uscire di servitù, e, per la servile paura di chi avvezzo ad obedire non s’attentava di comandare, chiamato egli dalla pubblica voce a rappresentare insieme con pochi la breve favola di libertà del 1831, e messa ogni cura a mantenerla virtuosa, dovette poco dopo sottrarsi alla mostruosa ferocia dell’imminente tiranno, solito di chia-