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XXIII


a compiuta prova del raro e perfetto giudizio del Ferrari; tra le cui carte con ordinate memorie di storia, di varie scienze, di arte di stato, di varia letteratura trovo non pochi studj giovanili sopra Dante: non presciente l’ottimo ed impígro giovine, alla gloriosa entrata dello stante secolo, della futura sorte propria; cioè di doverlo poi vie più sentire e amare e intendere nelle stesse condizioni del poeta, che dovea consolargli l’esiglio! Prudente e meno sventurato lui; chè in tempi pericolosi e malvagi visse celibe! Imperciocché fu poi sbalzato anch’egli di patria per avervi dimostrato con altri insieme che non è degno di schiavitù chi la detesta, e che rimangono grandi speranze di libertà a chi fortemente la desidera. La qual cosa nessun uomo assennato avrebbe mai potuto imaginare che