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XXIII.
Le chiese son poder de’ maggiorenti
S’egli ha ’l figliuol bastardo, fal piovano,
E se non l’ha, fa un degli altri men sano;
Non è il miglior, ma qual più forte a denti.
Poi quando vaca, i consorti o parenti
Ciascun al figliuol suo vuol tener mano,
Onde (la invidia se v’è stata invano)
Talor rimane in man de’ contraenti.
Lasciamo star com’ella è ufficïata:
Mettevi un bestial prete, o monacone,
Che la sua regola ha disordinata
Uom, ch’è tiranno della possessione,
Fa vita dissoluta e disperata,
E ciò non pensa, che ’l vegga il padrone.