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XXI.
Sbatti, Francesco, sbatti palme e volto,
E squarciati la cappa e ’l tuo capestro,
Poichè l’Ordine tuo è sì silvestro
Da Cristo divenuto, e così tolto.
Ogni tuo frate ha già molto raccolto
Oro ed argento assai più, che Silvestro
Non tolse già da Costantin sinestro,
E dalla buona fe’ ’l mondo è rivolto.
Tu li ordinasti povertà sincera,
Obbedienza, non che vita comuna,
E’ tuo’ mal scalzi ciascun la rifiuta.
1. . . . .
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. . . . . .
Vuon lussuriare, e ricchezza primera
É sempre in loro voglie, e vince fiera.
E non gli basta Chiara ed Agnesina,
Ma vogliono Biagiola e Caterina.
- ↑ Mancano questi versi nel Laurenziano Gaddiano 198, unico testo, in che siaci occorso il presente sonetto.