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XVII.
Mormora il popol, perchè ha mal prelato,
E ciascun mentre fa, quanto può, male,
Il mormorar non de’ valer, nè vale,
Considerando che da loro è nato.
5Come il peccante nasce in nel peccato,
Così la parte dell’universale:
Qual più par giusto sarie forse tale,
Se fusse posto nel simile stato.
Iddio permette, che regni il tiranno,
10Acciò che prema il popol peccatore,
Non già per ben di lui, ma per suo danno.
Suscita sopra lui un, ch’è maggiore,
Che ’l fa morire, ovver languir d’affanno,
E in questo modo ’l punisce il Signore.