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VII.


     Chi riputato è morto dalla gente,
E messo quasi nel sepolcro vivo,
Se la fortuna il ritorna giulivo,
Può sanza dubbio creder veramente,

     Che qual più se gli proffera, più mente,
Benchè ballando gli porti l’ulivo:
Sì gli fu pena nel passar quel rivo
Amaro al gusto, e vie più forte al dente.

     Falsa è la gente, e nimica del vero;
Parla ciascun come più gli s’acconcia;
Mostrati il bianco, c poi ti porge il nero;

     Profferati la libbra, e datti l’oncia;
Fatti parer, se può, la quercia pero:
Dio maladica l’uom, che ’l vero sconcia.