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V.
Mentisti, mondo, ch’i’ t’ho conosciuto,
E più non vo’ mangiar de’ tuoi confetti,
Perchè son dentro lordi e di fuor netti;
Non vo’ tuo vin, ch’i’ n’ho troppo bevuto.
Ogni tuo giuoco del tutto rifiuto,
Perchè tu non attien quel, che prometti:
Gitti la zara dietro a’ tuoi diletti;
Chi più ne prende, più riman pentuto.
Dono ha da Dio chi ha conoscimento,
Se solamente ha quel, che li bisogna,
E non voglia di più gonfiarsi vento.
Che chi più vuol, talora acquista rogna,
E quando e’ crede trovarsi contento,
Pasciuto è come chi di mangiar sogna.