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86 | ii - i rimatori lucchesi |
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Risposta di Bonagiunta
Il vero amore cresce per il servire e per il tacere, e non per il parlare.
Però che séte paragon di sagio
e d’ogni caonoscenza fina giunta,
a voi mi racomando, non per sagio
né per maestro, ma per Bonagiunta.
E prego Dio che ’l mio frutto agia sagio,
che v’intalenti ne la prima giunta:
lo vostro detto nobile non sagio,
ch’eo non vidi unque cosa si ben giunta.
E non mi si conven tanto savere
ch’io consigli lo vostro gran savere
di cose, che cotanto sono amare.
Ma dicovi ch’i’ agio audito dire
ca fino amante non vince per dire,
ma serve e tace, e quindi cresce amare.
XIV
1
Di un anonimo a Bonagiunta
Domanda se debba o no manifestare alla donna il suo amore.
Poi di tutte bontà ben se’ dispari
tu, Bonagiunta, di noia rimondo,
di far piacere a li buon tutti pari,
e sa’ lo fare me’ ch’om si’ a esto mondo.
Di ciausir motti Folchetto tu’ pari
non fu, né Pier Vidal, né ’l buon Dismondo.
Però m’inchino a te, si com’fe’ Pari
a Venus, la duchessa di lor mondo.
E prego che ’l tuo presgio, che le ale
miso ’n alt’ha che là unque volo;
lo ’ntendo da presgiati che ben sallo;
un consiglio mi dà che sia leale
d’una donna ch’amo e gran ben vólo:
si le ’l dirò or no? eh ’anco non sallo.