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66 ii - i rimatori lucchesi

Onde fallisce troppo oltra misora
qual uom non s’innamora,
ch’Amore ha in sé vertode:
del vile uom face prode,
35s’egli è villano in cortesia lo muta,
di scarso largo a divenir lo aiuta.
Ciascuna guisa d’Amor graziosa,
secondo la natura
che vien da gentil luoco, ha in sé valore,
40come arbore quand’è fruttiferosa.
Qual frutto è più in altura
avanza tutti gli atri di savore.
Onde la gioia mia passa l’ottima,
quant’è più d’alta cima;
45di cui si può dir bene
fontana d’ogni bene;
che di lei sorge ogn ’altro ben terreno,
come acqua viva che mai non vien meno.
Dunque m’allegro certo a gran rasione;
50ch’io mi posso allegrare,
poi sono amato ed amo si altamente.
Anzi servir, mi trovo guiderdone
si soave umiliare
ver’me, per darmi gioia, l’avvinente.
55Però più graziosa è la mia gioia
ca l’aggio senza noia;
che non è costumanza
cosi gran dilettanza
ch’Amore già mai desse a nullo amante.
60Però m’allegro senza simigliante.
Considerando tutto quel eh ’è detto
a quel ch’è a dir rispetto,
è l’ombra, al meo parere;
che non mi par sapere,
65se di sua forma parlare volesse,
che solo un membro laudare compiesse.