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i - bonagiunta orbicciani 65

XI

Credeva di non essere amato; ma ha avuto torto. E n'è lietissimo.

Ben mi credea in tutto esser d’Amore
certamente allungiato;
si m’era fatto selvaggio e stranerò.
Or sento che in erranza era ’l meo core;
5che non m’avia ubliato,
né riguardato il meo coraggio fero.
Poiché servo, m’ha dato, per servire,
a quella, a cui grandire
si può somma piacenza
IO e somma conoscenza;
che tutte gioie di biltate ha vinto,
si come grana vince ogn’altro tinto.
Tant’allegrezza nel meo core abbonda
di si alto servaggio
15che m’ha e tiemmi tutto in suo volere,
che non posa già mai, se non com’onda,
membrando il suo visaggio
ch’ammorza ogn’altro viso e fa sparere
in tal manera che là ’ve ella appare
20nessun la può guardare,
e mettelo in errore.
Tant’è lo suo splendore
che passa il sole, di vertute spera,
e stella e luna ed ogn’altra lumera.
25Amor, lo tempo ch’era senza amanza,
mi sembra in ventate,
ancor vivesse, ch’era senza vita;
ch’a viver senza Amor no è baldanza
né possibilitate
30d’alcun pregio acquistar di gioi’ gradita.