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56 | ii - i rimatori lucchesi |
Und’eo no mi dispero
di ciò ch’amor mi face,
ca guerra no ha pace
né amor conoscimento.
35Se non ho ciò che chero,
farò come chi tace
la cosa che li spiace
per fino intendimento.
E si serò contento
40cosi del male e de le gravi pene
come seria del bene;
ch’Amor ha in sé ben tanto signoragio,
che mi pò dar coragio;
e l’ire e Tane e le pene e la noia
mi poria ritornare a suo piacere in gioia.
V
Lodi della sua donna.
Novellamente amore
d’una donna piacente
mi rallegra e mi conforta,
da poi che ’l suo valore
5mi s’ha fatto servente;
che cotanto preso porta
d’esser la meglio acorta — tuttavia
di nuli ’altra che sia,
la cui alta piacensa
10divisando non si pensa.
Ell’è quella c’ha morta — villania,
l’orgoglio e la follia;
e senno e caunoscensa
da colei prende crescensa.
15La beltà, che mantene,
se pare in nulla parte,