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II

SI. GUI. DA PISTOIA

Nonostante le piú diligenti ricerche, non ho potuto rintracciare chi mai sia questo antico rimatore: forse è Simbuono o Siribuono giudice, da Pistoia, a cui qualche cod. attribuisce due canzoni; «Spesso di gioia nasce ed incomenza» e «S’eo per cantar potesse convertire?». Certo è che il nome di Siribuono non è raro nei documenti pistoiesi.

I due sonetti sono nel Laurenziano-Rediano 9.

Son. I, v. 2: «el me’ piace». Correggo la mia vecchia ediz., attenendomi ad L e intendendo: «Ciò che mi piace [il mio piacere] t’assegna me e il mio».

Son. II, v. 2. Mi attengo fedelmente ad L, correggendo la mia ediz.

w. 1-5. Anche qui credo che bisogni attenersi ad L, perché chiaro corre il senso: «Perché, Iddio, ti compiacesti di donarmi gioia con ogni bene?».

III

LEMMO ORLANDI

Lemmo di Giovanni d’Orlando appartenne a famiglia popolana pistoiese derivata da Carmignano, castello che i pistoiesi avevano tolto ai fiorentini. Nacque da un Giovanni di Rolando di Oddo intorno al 1260. Nel 1283 condusse in moglie una certa Sobilia, da cui ebbe due figli, Vanni e Frosina. Fu, a quel che pare, a Bologna con alcuni mercanti, per la maggior parte toscani, nel 1284. Morí, poco piú che trentenne, non molto prima del 6 gennaio 1294 (v. i miei Rimatori, p. lv sgg. e Per la storia letter. del secolo XIII, nel Libro e la stampa, vi, fasc. iv e vi).

Assai meno oscuro e artificioso di Meo Abbracciavacca, egli, pur ritenendo ancora della scoria guittoniana, provenzaleggia talvolta; ma si fa piú chiaro, meno prezioso. Delle sue rime deve esser piaciuta assai a’ suoi tempi la cobbola «Lontana dimoranza»,