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38 | i - i rimatori pistoiesi |
scoraggio, perché anche la giustizia di Dio è senza difetto. Vorrei sapere come misericordia chiede contro di essa al vero Dio o mi dá la salvazione dell’anima».
Lettera a Bindo di Alessio Donati. È in L, da cui la traggo, correggendo l’ediz. cit. del Bottari.
Son. V, v. 8: «unde». Cosi ha L, non «onde», come lesse erroneamente il Bottari.
v. 12: Tolgo l’«e», che avevo creduto di aggiungere, ma che non è in L, e sciolgo il «perché» in «per che». Leggo quindi «per che è», giacché nel ms. è anche questo «è».
v. 13: «animai». Veramente L ha «animali»; ma in tal modo non tornerebbe piú il verso.
Son. VI, v. 12: «S’è per». Attenendomi ad L, correggo cosí la mia antica edizione, e il senso è chiaro: «Se è per colpa della fattura del corpo che contiene l’anima».
Lettera a Dotto Reali. È in L. La riproduco dall’edizione che ne ha data il Monaci nella Crestomazia del primo secolo della lingua, con lievissime modificazioni grafiche.
Son. VII, v. 4: «volere». L ha «voler»; ma, per necessitá di verso, ho aggiunta un «e» finale.
v. 8: «ten». Cosi ha L, e non «tien», come, rabberciando, lesse il Bottari.
v. 14: «di lod’agi’altura». Il Bottari: «di loda gialtura».
Son. VIII. Nell’altra mia ediz. ho invertito l’ordine dei vv. 11-2 e 13-4, perché lo schema di questo son. corrispondesse a quello di Monte Andrea: «Languisce il meo spirto», di cui è risposta a rime obbligate: ma le giuste osservazioni, che altri mi ha fatte, m’inducono a rimaner fedele a L, anche perché mi sembra che ci si guadagni di chiarezza.
v 13: «Monte». Mi pare che qui si tratti del vocativo di Monte Andrea.
Infatti non è presumibile che il rimatore abbia voluto far rimare con «monte» del v. i10 proprio la stessa parola nel medesimo significato. Intendo: «Ché non v’è buono che possa dire: — Io discendo a valle, perché sento, o Monte, che vi posso trovare luogo fermo. — Nè cavalieri, né baroni, né conti, né re possono dire ciò».
Son. IX, v. 10. Tolgo il «via», che avevo messo nella precedente ediz., perchè, oltre che non necessario pel senso, non è in L.
v. 14: «dará li cura». Non occorre allontanarsi da L, che ha «dara li cura», per render piú chiaro il senso e cambiare «li» in «la», come feci nell’ediz. del 1907. Ma, prendendo «li» come pleonasmo, il senso corre assai bene.