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iii - lemmo orlandi 23

CANZONE II

Adducendo il triste esempio di se medesimo, che, senza saper perchè, fu abbandonato dalla sua donna, esorta chi voglia aver ricompensa del proprio amore, di scegliere una donna piacente e saggia.

Fèra cagione e dura
mi move, lasso! a dir quasi forzato
lo doloroso stato,
nel qual m’ha miso falsa ismisuranza;
5non giá per mia fallanza,
ma per quella di cui servo mi misi,
e per cui mi divisi
di tutt’altro volere e pensamento,
dandomi intenzione
10che, fòr di falligione,
dovesse lei amar, leal servendo,
la cui vista, cherendo — meo servire,
mi fe’ servo venire
de la sua signoria disideroso.
15Poi che servo divenni
de la sua signoria e disioso
del dilett’amoroso
che nel meo cor di lei immaginai,
addesso mi fermai
20in tutto d’ubidir lo suo comando,
per vista dimostrando
me ch’era su’ fedel serv’ubidente,
Und’ella per sembianza
mi fece dimostranza
25ch’allegrezza mostrava ’n suo coraggio,
poi che ’n suo signoraggio — m’era miso;
und’è che ’n gioi’ assiso
i’ fui manta stagion, sol ciò pensando.