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II
Risposta di Natuccio Cinquino
Comporta il dolore che ha, sperando che abbia una volta a finire.
Poi sono stato — convitato — a corte
da quei che port’è — di chiarir errore,
e ha mostrato — per suo dittato — forte
ch’entr’a le porte — tene lui l’angore;
5ed è peccato — ch’è dannato — in torte,
si che isport’è — d’onni gran tristore.
Piò se’ pregiato, — e maggior grato — e sorte,
e più onor t’è — con vero sprendore.
Da gradire — è chi ’n dire — fassi clero,
10ed a l’altèro — sommo umilianza
con pietanza — magna ver’lui chede,
che ’l faccia gire — ov’è piacire — intero;
possa lumero — con tutta bastanza
ed allegranza — somma tosto vede.
15Comporto — a torto — lo dolore che ho,
da possa veo — al mondo nulla dura,
dunque rancura — non deggio portar eo.
III
A Si. Gui. da Pistoia
Se preferisca che la loro amicizia invecchi o sia sempre fresca.
Magna ferendo me tuba ’n oregli
d’orrato ch’ognor in te pregio regna,
lo cor mi stringe pur volendo vegli
com’eo pensando tuo conto devegna.