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vii - bacciarone di messer bacone | 205 |
VIII
GERI GIANNINI
I
A Natuccio Cinquino
Si duole della sua dolorosa vita e chiede pietà a Dio.
Meo fero stato — nato — è si forte,
non credo morte — sia con più dolore,
che d’ogni lato — dato — sommi sorte,
e non già corte, — piene di malore.
5Viv’affannato, — pato — male storte;
oimè! che porte — tienmi d’amarore
non ben agiato — fiato, — di che tort’è!
Cotale scorte — son date ai meo core!
Che gran fallire — dire — posi ’ntero
10è del nochero — e’ ha està balanza,
se più tardanza — fa, tanto ’l desiede.
Al sommo Vero — chero — sua mercede
con pura fede, — ne lo quale spero,
me partagerò — d’està malenanza.
15Conforto — porto — alcuno non par Deo,
ch’eo tegno ’n feo — la mia vita scura
ed ho paura — non mai viver meo.