ne l’autro mio volere,
acciò ch’a lo signor di valimento 10non falla vedimento
di provedere li leai serventi;
unde m’allegro, stando nei tormenti.
Dunqu’allegrando selvaggia mainera,
natura per potenza 15di figura piagente muta loco.
Ché ’ntendimento in anche cosa clera
turba sentire intenza
ne la vita d’ardente coral foco.
Ed eo ne gioco. — Non deggi’ obbriare 20quella, che sormontare
mi face la natura, modo ed uso.
Quasi dato nascoso
sono a ubidir mia donna fina,
com’al leon soggetta fèra inchina. 25 En dir assai fedel, mia donna, paro
in core innamorato;
ma ciò, pensando, fall’esser poria,
ché spesso viso dolze core amaro
tene: poi ch’è provato, 30nente si cela a mostrar che disia.
Però vorria — vi fuss’a plagere
me servendo tenere;
ché si mi trovereste in cor siguro
leal com’oro puro, 35che, non guardando mia poga possanza,
mi donereste gioi’ di fine amanza.
Prendendo loco parlando talento,
in voi, gentil sovrana,
ragione porterea tal convenensa. 40Ma, divisando, tem’e’ ’l valimento
c’avete venir piana
mia disianza, si mi veo ’n bassenza.
Poi che temenza — n’aggio, si conforto: