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164 | iii - i rimatori pisani |
poi son disposto tanto malamente,
che s’alcuno, com’i’.è gran meraviglia.
Meo cordoglio e lamento, ora te move
90e te presenta avante a cui ti mando
e cerne ’i meo dolor tutto nomando,
non voglia contar lui el mio tormento
e di’ che sguardi ben s’a ragion sento
e corregga tuo fallo e comendi ove
IX
Dice d’esser tutto preso dall’amore di lei
e di non avere altro pensiero.
Vero è che stato son manta stagione
senza d’amanza alcun far prendimento,
potendo elegimento
di tal fare, in cui ver’ben fosse appriso;
5e ho fedel ver’ciò misa intenzione,
saver, penser non lento e provedenza,
né mai feci prendenza.
Pertanto cauto in ciò fatt’ho, diviso,
perciò ched’è diviso
IO del mi’ cor fermo sempre ogne volere,
che non solo piagere
come ne li altri in me confermi amanza,
ma si sempre possanza
di piagimento, gentilezza e bene:
15per ciò che non disvene
en nei gentil virtù senza fallanza.
Non fei prendenza d’amanza in desire,
perciò ch’ove ho trovato esser piagenza,
non trovato ho potenza
20d’altre virtù che son sovramagiore;
ma or l’ho priso, a ciò ch’aggio sentire