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iii - panuccio del bagno 155

VI

Si lamenta ancora di dover tanto soffrire per essere servo d'Amore.

Considerando la vera partenza
e’ ho fatta intera d’ogni vano amore,
e ’l gravoso dolore
ch’aggio sentito ’n sua star signoria,
5potè di gioia aver meo cor essenza,
poi che disfatto lui ho, meo guerrero,
e preso in disamore
ogni d’amanza sua cosa e poi via,
la qual quando seguia,
IO porgea tristizia in me d’ognunque pene,
non resentendo bene
d’alcun piacer, ma greve ogni doglienza;
unde miso a perdenza
avea mia mente, corpo, alma e core,
15su’ poderato essendo in me furore.
E quanto d’altro più fui doloroso,
ciascun dolor di lui, lasso! sentendo,
tanto dico, gioiendo,
deggio portar via più d’altr’allegrezza,
20poi che ’n verta sono vero amoroso,
e, partito d’amore, amor prendendo
e diritta seguendo
d’anima voglia, che fu in iscurezza,
la qual giunse gravezza,
25e reformando in lei iroso male,
imperciò eh ’è penale
possa seguir diritta e torta intenza,
ma, or che dipartenza
ho di lui fatto, seguo ogni memora
30e quant’ontai con esso senza mora.