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6 i - i rimatori pistoiesi

l’altre valente donne di lor vita.
Perciò non ho partita
voglia da intenza di star servidore.
15 Star servidore a voi non seria degno,
ma voi, sovrapiagente
in vostra mente, — solo nel meo guardo
conoscete che ’n cor fedele regno,
e ch’eo presi, servente
20di voi, tacente — l’amoroso dardo.
Per mevi tardo — palese coraggio
fatto seria: sacciatelo per certo.
Perzò mostrare aperto
vorria vostro sentir, dico d’aviso:
25vedreste priso — me di tal servaggio,
per la qual donna mai fora scoperto.
Tanto scur ho proferto,
ch’odio, servente in core, amore ’n viso.
     Viso sovente mostra cor palese
30d’allegrezza smirata,
perdi’a la fiata — monta in soverchianza;
ma quello di piacere over d’ofese
covra voglia pensata.
Perché, doblata, — grav’è la certanza,
35donque dobblanza — tenete ’n sentire.
Perciò vo’dico, amanti: non beltate
solo desiderate,
ma donna saggia, di beltate pura;
né di natura — signoria soffrire
40alcun di pari pregio no’ stimate,
ma di grand’amistate
che poggia d’onor quanto chin’d’altura.
     D’altura deggio, dir come poss’eo,
lo guigliardon sovrano
45benedir sano — di vostra ’ntenzione.
Donna, ch’avete sola lo cor meo,
ricevestemi ’n mano: