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pregio della spontaneità un valore intrinseco come esempio tipico di arte regionale, e il dramma della superstizione e dell’amore accentua quel senso di umanità che sulla scena ogni tanto non fa male.

È inutile cercare nella musica di F. Paolo Frontini la dissertazione, la ricercatezza studiata, la pedanteria accademica, la confusione, la stiracchiatura fatta coi denti.

Tutta la sua produzione, dai piccoli componimenti per pianoforte all’«opera», reca un’unica impronta. La fonte di ispirazione è una sola, come unico diventa il mezzo di tradurre in espressione sonora il senso intimo della propria spiritualità.

Il tragico e l’idilliaco sboccano sempre in frasi melodiche, che traducono l’affanno e la calma. La concitazione è melodia, come è melodia l’amore.

I sussulti nervosi, isterici, non diventano pesantezze armoniche o pletoricità orchestrali: contrasterebbero non solo con la natura dell’artista ma sarebbero in contradizione col folklore siciliano.

Il popolo, laggiù, canta dinanzi alla morte nella stessa guisa con cui scio-