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colo teutonico a base di leitmotiv e di pesantezza sonora. La conseguenza fu naturalmente questa, che l’ultimo slancio di ispirazione del genio di Busseto non trovando motivo di paragone con la nuova concezione musicale dell’ultimo decennio non completamente sviluppata ma allacciandosi ai giocondo spirito rossiniano, rimase senza eco, mentre la nuova corrente che faceva capo a Mascagni di «Cavalleria» scompariva completamente nel giro di pochi anni e con essa, venivano anche a mancare i tentativi dignitosi di Giordano, di Cilea. ecc.

Ma il periodo, per quanto di breve durata, ebbe allora frutti insperati e conserva tuttora, dopo il trapasso dei tesori nascosti.

Il verismo sulla scena aveva fatto accapponare la pelle a quella parte di pubblico italiano meno adusato alla violenza del carattere e più incline alla irrealtà sdolcinata, cosa del resto che è nella stessa essenza dell’arte musicale.

Ma nelle regioni meridionali dove l’elemento ideale è tutto intessuto di tragicità e di violenza, il verismo trasportato sul palcoscenico, centuplicava la sensazione della realtà, riuscendo a trascinare e a conquidere la massa. E se si riflette che l’anima popolare del mezzogiorno canta per istinto, per natura, per necessità dello spirito, ben si deduce che un’arte basata su elementi melodici, folkloristici e passionali è forse l’unica che risponda alla comprensione di quel popolo.

Arte regionale, ne conveniamo pienamente, ma arte nel senso assoluto della parola, arte che sa sceverare i sentimenti più reconditi, che sa dire una parola propria, che sa trascinare.

Pensavo a tutto questo rileggendo quel mirabile finale secondo di «Malia» la bella opera di F. Paolo Frontini, la scena cioè in cui tutti gli elementi tragici, passionali, idealmente amorosi e superstiziosamente violenti, culminano nella maledizione estrema al simulacro della Madonna, trascinato sotto le finestre di Jana dal popolo devoto e orante.

Grido infernale di dannazione, schianto angoscioso di folle insania contro la fede immensa che sovrasta, meravigliosa di luce infinita e terribile di