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dove i pesci, cibo dei giorni di penitenza degli Ebrei, stanno collocati sopra banchi di pietra; accennerò piuttosto ai bruni ruderi del teatro di Marcello, fra le rovine del quale i Savelli, razza di briganti temuti in tutta la campagna di Roma, avevano costrutto il loro palazzo, dove tanti infelici finirono in carcere la loro vita. Se leggiamo poi il nome della piazza più vicina al Ghetto troveremo che porta quello di Piazza del pianto, che prende dalla chiesa di S. Maria detta del Pianto, e se mai fuvvi nome il quale si attagliasse al popolo di Geremia, si è questo; imperocchè il piangere, ed il lagnarsi, è qualità caratteristica degli Ebrei, e non vi fu per certo popolo il quale abbia versato tante lagime, quanto questo degli Ebrei di Roma. Sulla piazza del Pianto, un antico Palazzo sorge fra due chiese. Sur una di queste si legge essere dedicata alla Vergine Maria del Pianto, sull’altra un nome che ispira raccapriccio, quello del fondatore, che fu Francesco Cenci. Imperocchè il palazzo fu quello dei Cenci, e chi lo vede si sente preso di raccapriccio ricorrendogli alla mente la bella Beatrice Cenci, la figliuola infelice di Francesco, la quale uccise il mostro che fu suo padre. Il palazzo ha vista sulla piazza del Ghetto, e propriamente a tergo della sinagoga, in guisa che nei giorni di festa, vi si possono sentire il canto dei salmi e delle lamentazioni.

Havvi di più. In questo palazzo oggidì abita il pittore Noverbeck, e per verità l’ironia è singolare. Non mi fu possibile, pensandovi, trattenere un sorriso, quando entrai nello studio, dove giovani tranquilli stavano lavorando silenziosi, raccolti, quasi fossero in un santuario, mentre un uomo pallido, con lunghi capelli, cortese, tranquillo, di modi dolcissimi, pronunciava, a voce bassissima appena intelligibile, poche parole, per dare spiegazione intorno alle immagini santi le quali stavano sui cavalletti. Ed anche queste sono tranquille, e quasi senza espressione; un S. Giuseppe che muore nelle braccia del Salvatore; una Madonna addolorata, la quale ha l’aspetto di un’om-