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Si fu questa l’ultima volta che tale cerimonia ebbe luogo; d’allora in poi venne soppressa, o perchè progredito lo spirito dei tempi, o per altre ragioni che non si conoscono.

S’impose per contro l’obbligo agli Ebrei di dovere parare con istoffe preziose parte delle strade per le quali devono passare il nuovo Papa e suo corteggio. Allorquando prese possesso Gregorio XIV, nel 1590, gli Ebrei dovettero parare con tappeti la salita del Campidoglio, e l’arco di Settimio Severo. In seguito venne stabilito che dovessero ornare l’arco di Tito, e la via che porta al Colosseo. Fu loro pertanto forza assoggettarsi all’onta di dovere adornare l’arco trionfale eretto in onore del distruttore di Gerusalemme.

E ciò ebbe luogo alla elezione di tutti i Papi che vennero di poi. Gli Ebrei dovettero ogni volta parare l’arco di Tito, ed aggiungere ai tappeti emblemi che si riferissero al Papa, contradistinti da sentenze latine tolte dall’antico Testamento. Gli emblema, regolarmente in numero di venticinque, erano per lo più molto significativi, e colle loro sentenze in lingua simbolica prettamente orientali. Trovavasi rappresentato, per esempio, l’albero della mirra, il quale dà spontaneo il suo balsamo senza che faccia d’uopo d’incisione ed aggiuntovi il detto «Benedetto il principe che è nobile». Altrove il pellicano, il quale nutre la sua prole col suo sangue. «Si privò di tutto dandolo ai poverelli.» Una palma irradiata dal sole e sopra: «Fiorirai al pari di una palma» ed al di sotto «Benedetta sia la sua venuta.» Il rinoceronte il quale immerge il suo corno in una sorgente, — una conchiglia di mare aperta — la fenice ed un arcobaleno — un cigno che mangia — spighe mature — uno sciame d’api — un gelso — un’arpa inghirlandata di fiori — il mare con sirene che cantano, e sopra il cielo, verso il quale drizzano il volo molti usignuoli ed al di sotto il versetto di Isaia: «Cantano assieme tutti.»

Queste imagini, queste sentenze ricordano la solennità