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degli Ebrei aveva luogo con quelle forme le quali furono osservate di poi. Gli Ebrei stavano aspettando il novello Papa al suo ritorno, cantandone le lodi; presentavano al Pontefice il libro della legge; questi lo prendeva ne leggeva poche parole, quindi lo restituiva agli Ebrei, dicendo «Confermiamo la legge, ma condanniamo il popolo ebreo e la sua dottrina.» Dopo di ciò il Papa procedeva oltre, e gli Ebrei facevano ritorno alle case loro amareggiati dal dolore, o confortati dalla speranza, secondo che avevano potuto pronosticare bene o male, dall’aspetto del nuovo Pontefice.

Talora si collocavano anche al di là del ponte di Adriano, e spesso ancora nella località denominata Monte Giordano. Sebbene questa, una collinetta formata di rovine e di rottami, avesse preso il suo nome da Giordano membro della antica famiglia patrizia degli Orsini, il quale vi aveva innalzato un palazzo; venne probabilmente scelta dagli Ebrei a motivo del suo nome biblico di Giordano; ed ivi stavano i discendenti d’Israello, portando un Pentateuco riccamente legato in oro, e ricoperto di un velo, circondati dal popolo che li insultava e li irrideva, in fine a tanto che, comparso il Papa, fosse loro dato di inginocchiarsi, e di porgergli il libro della legge. Coll’andare del tempo i mali trattamenti usati agli Ebrei in questa congiuntura diventarono tali, che nel 1484 Innocenzo VIII, Cibo, aderendo alle loro vive preghiere, loro acconsentì di presentarsi nel cortile interno di Castel S. Angelo. Il maestro di cerimonie Burcardo così descrive la solennità. «Allorquando il Papa fu giunto presso il Castel S. Angelo si fermò, e gli Ebrei i quali si erano trattenuti nelle fortificazioni inferiori, all’angolo di fronte al piano terreno, comparvero portando il libro della legge, che porsero alla venerazione del Santo Padre, indirizzandogli in lingua ebraica alcune parole ad un dipresso in questo senso. «Noi, uomini Ebrei, in nome della nostra sinagoga, preghiamo la Vostra Santità a volersi degnare di accettare e confermare la legge mosaica, che l’onnipotente Iddio