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dopo di lui ebbe nome di porto marmoreo, Più tardi andò soggetta Ortigia a notevoli variazioni, imperocchè Timoleone atterrò il castello o rocca edificata da Dionigi innalzando sull’area di quello i tribunali, ed ebbe anzi desso sepoltura in quella località, e presso la sua tomba venne eretto il Timoleonzio, ginnasio per la gioventù. All’epoca però in cui i Romani assediarono Siracusa, trovavasi di bel nuovo sull’istmo una fortezza.
Scarsissime reliquie rimangono oggidì dall’antica Ortigia. La città attuale occupa tutta quanta l’isola, e le sue opere di difesa, le quali risalgono ai tempi bizantini, come pure ai regni di Carlo V, e di Carlo III di Borbone, la resero per la sua felice posizione naturale, una delle fortezze più imponenti del regno delle due Sicilie. Al vertice del triangolo sorge ora la torre del greco Giorgio Maniace, generale dell’imperatore Costantino Paflagonio, il quale in principio del secolo XI tolse Siracusa ai Saraceni, ed innalzò quella fortezza. Sulla porta di questa aveva collocati i due famosi arieti in bronzo, fusi ai tempi di Dionigi, i quali vennero trasportati più tardi a Palermo, dove uno tuttora si trova nel palazzo reale, essendo stato l’altro consumato in un incendio.
Non lontano da quel punto sgorga la fonte illustre Aretusa. Dessa ha origine in due antiche grotte a volta, nelle quali si scende passando per una casa privata sucidissima. Fa propriamente triste impressione il visitare quella sacre fonte, molestati da una turba di cenciosi, di mendicanti che domandano la limosina; di donne seminude, di lavandaie, che guazzano là entro in modo schifoso, offrendo acqua ai forastieri; povere caricature delle ninfe di Diana, le quali si tuffano un dì in quelle onde? Al punto dove la fonte sbocca dalla grotta, venne costrutto non ha guari un semicircolo in muratura, nel centro del quale sorge un piedestallo, il quale aspetta tuttora la statua della ninfa. Mi si fece vedere pure in mare, a poca distanza da terra l’Occhio della Zilica, nome che si dà a quella polla di acqua dolce, che sorge in mezzo a quella