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Sonvi pochi fatti nella storia, i quali rappresentino con tanta evidenza la instabilità delle cose umane, come la caduta repentina di Agrigento; quella città così fiorente disparve in un punto, come uomo spento nel rigoglio della vita, da morte subitanea. E ciò avvenne nel modo seguente. Dopo che gli Ateniesi erano stati sconfitti sotto le mura di Siracusa, la città di Segesta aveva chiamati i Cartaginesi. Erano questi venuti con grandi forze nell’anno 409 sotto il comando di Annibale, figliuolo di Giscone, ed avevano distrutte quasi interamente Selinunte, ed Imera. Non dispiacque a Siracusa la caduta di queste due città, le quali avevano contrastata sempre la di lei supremazia, e pertanto non si affrettò di portare soccorso nè ad Agrigento nè a Gela. Si fu questo il periodo più vergognoso dei Greci-Siculi, il cui principale difetto fu sempre, come di tutti i popoli meridionali del resto, la sfrenata libidine di parti. I Cartaginesi tornarono più tardi con novelle forze, e gli Agrigentini i quali si trovavano per i primi esposti al pericolo, si approvigionarono di grani, presero al loro soldo lo spartano Desippo con mille cinquecento uomini, ed assoldarono pure guerrieri della Campania, i quali avevano servito dapprima nell’esercito di Annibale.
Intanto Annibale ed Imilcone comparvero davanti alla città, e si accamparono a levante della collina di Minerva, al di là dell’Akraga; aprirono un fosso, ed in questa occasione distrussero parecchi sepolcri. Se non chè il fulmine scoppiò su quello di Terone; la peste cominciò ad infierire nel campo, Annibale stesso venne spento da questa; cattivi presagi, e spettri che apparivano durante la notte, ingenerarono nell’esercito un timore indicibile. Imilcone proibì che si violassero più oltre i sepolcri, e per placare i Numi sacrificò un giovanetto a Moloch, ed a Possidone parecchi animali, che fece cacciare in mare.
Mentre intanto i Cartaginesi assalivano ogni giorno gli Agrigentini, i Siracusani mandarono il loro generale Dafneo con truppe in soccorso della città assediata. Questi