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e consistono in sarcofagi di gusto puro e severo, di porfido di tinta rossa cupa, o di marmo, sormontati alcuni da tempietto sepolcrale, parimenti di porfido. Non ho visto mai tombe dei tempi cristiani, le quali abbiano carattere semplice e severo al pari di queste, e che sembrino, al pari di queste fatte per durare eternamente. Gli stessi due sarcofagi in porfido del tempo di Costantino, che si vedono nel museo Vaticano, non colpiscono ugualmente perchè presentano bassi rilievi, i quali distraggono l’attenzione. Tombe di tanto grandiosa semplicità, di maestà cotanto severa, potrebbero servire pure per i re dei Niebelungen. Si riconosce in esse l’impronta grandiosa del secolo XIII. Dimostrano inoltre quei sarcofagi che in quell’epoca i Siciliani avevano conservata tuttora l’arte di lavorare il porfido, la quale era andata perduta nel resto d’Italia, e che, secondo quanto narra il Vasari, non fu ritrovata se non circa la metà del secolo XVI da Francesco del Tadda.
Sono ivi sepolti il gran re Ruggero, Costanza sua figliuola, il di lei marito Arrigo VI, ed il loro figliuolo Federico II, il principe più geniale che abbia avuta la Germania, e la prima moglie di questi, Costanza di Aragona.
La tomba di Federico si è quella la quale trae maggiormente a sè l’attenzione. Desso morì a Firenzuola presso Luceria nelle Puglie il 13 dicembre 1280 in età di soli cinquantasei anni. La sua salma venne trasportata in Sicilia, scortata da sei squadroni di cavalleria, e dalle guardie saracene, e venne deposta nella chiesa stessa, dove aveva ricevuta tuttora ragazzo la corona, e dove aveva fatto incoronare pure Manfredi suo figliuolo. Questi aveva dato incarico ad Arnolfo di Lapo, discepolo dell’illustre Nicola Pisano, d’innalzare uno stupendo monumento all’imperatore suo padre, il quale però non venne eseguito. Ignorasi chi sia stato l’autore del monumento attuale, se un Toscano od un Siciliano. Il sarcofago, ornato nel coperchio di aquile e di grifoni, posa sopra quattro