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ogni loro avere i Cristiani che si trovano nel bisogno; crediamo sia abbastanza noto come siamo dessi ricettatori di robe rubate, protettori dei malvagi; come ogni cosa tolta per arte o per violenza, e non profana soltanto, ma quelle ancora dedicate al culto divino, o nascondano per un certo tempo, o trasportino in diverse località, o trasformino in guisa, che non possano essere più riconoscibili, come ancora molti ancora, col pretesto di qualche lecito commercio s’introducano nelle case di donne distinte, provocandole ad ogni sorta d’impudicizia, e quanto è peggio ancora, spingendo quelle deboli ed imprevidenti creature ad opere di Satana, col prenunciare l’avvenire ricorrendo ad arti magiche, cabalistiche, dichiarandosi capaci di squarciare il velo del futuro, di scoprire tesori, le cose rubate e nascoste, di far pubbliche cose che non è dato alla capacità di nessun mortale di potere conoscere, od indagare.» Così la bolla di Pio V.

Ritengo che del resto ancora oggidì le donne ebree vadino insinuandosi presso le signore romane, per offerire loro in segreto filtri, o spiegare loro i sogni, e pronosticare l’avvenire.

Credo poi sia da ripetersi dalla natura degli Ebrei stessi, l’origine del dispregio in cui furono costantemente tenuti in ogni tempo a Roma, imperocchè non possono a meno di avere sempre le loro persone provocate il riso dei Romani quasi fossero specie di caricature. Imperocchè la è cosa certa (e ciò diciamo senza intenzione nè di volere far torto a molti eccellenti e degni uomini che sono fra gli Ebrei, nè tanto meno di offendere il popolo intero d’Israello), che agli occhi di un Europeo, il tipo prettamente, essenzialmente ebreo, presenta spesso un non so che di caricato che lo rende ridicolo, come ridicola era la danza grottesca di Davide davanti all’Arca, danza che era tornata ingrata alla vista della stessa Micol. Si aggiunga a questo l’orgoglio di essere la nazione prediletta da Dio, l’opinione generale radicata in essi, che la storia, loro abbia data pienamente ragione in questa