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quale suona in questo senso. «Il vostro Iddio ha creato il giorno, al quale segue la notte; e la luna e le stelle si muovono secondo i suoi cenni. Non è sua propria la creatura, non è sua la signoria? Sia lodato Iddio, il Signore dei secoli!»

L’antica chiesa fu eretta dall’arcivescovo Gualterio di Offamil, congiunto di Ruggero, negli anni dal 1170 al 1194 seguendo lo stile gotico, che quel duomo ha tuttora serbato in complesso, ad onta delie molteplici ed infelici modificazioni a cui andò soggetto. Della chiesa precedente non lasciò sussistere che la cappella di S. Maria Incoronata, nelle quale furono incoronati Ruggero e tutti i suoi successori, come accenna l’iscrizioni, hic Regi Corona datur. Nel 1781 il duomo fu ristaurato, o per parlare più esattamente deturpato, per opera dell’architetto napoletano Ferdinando Fuga, il quale v’innalzò una cupola barocca, e vi praticò parecchi altri lavori i quali ne alterarono totalmente lo stile antico. Ad onta di questi malaugurati ristauri, il duomo di Palermo produce tuttora una impressione soddisfacente, desso riunisce la semplicità dell’architettura gotica, alla grazia degli archi, e dei rabeschi saraceni, e non havvi altro edificio a Palermo, il quale porga con tanta evidenza i contrasti di cui è ricca la storia dell’isola.

Il duomo sorge libero, sur una piazza di discreta ampiezza, circondata di una balaustra, con statue di gusto barocco. In mezzo a quella si scorge sur un piedistallo triangolare S Rosalia, protettrice della città, particolarmente contro la peste. Questa santa è per i Palermitani, quello che è per i Napoletani S. Gennaro, il quale li protegge contro il demone del Vesuvio.

Sorgono ai quattro angoli del duomo quattro torri di bella forma, e piccole cupole sopra le navate laterali. L’antico campanile quadrato, per buona sorte non alterato di ristauri, sorge alla foggia toscana accanto alla chiesa, e trovasi unito a questa, per mezzo di archi. La tribuna, di forma semicircolare, trovasi dipinta a rabeschi neri.