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Nella stessa guisa che nelle umana natura il serio ed il giocoso trovansi di frequente a contatto l’uno dell’altro scorgesi in Monreale ad ogni passo il contrasto del sublime e dell’umile, la qual cosa è caratteristica dell’architettura gotica, infinitamente più ricca di quella dei Greci nella espressione delle idee che le diedero vita, perchè maggiormente si applica a riprodurre sotto i suoi vari aspetti la natura.

Il chiostro di Monreale è uno dei migliori monumenti di quei primi tempi del medio evo, in cui lo spirito umano nell’architettura, nella scultura, come nella poesia cominciava a prodursi sotto infinita varietà di forme; e siccome tutti i rami di civiltà, sono gli uni agli altri connessi, può dirsi che nella poesia i sonetti, le canzoni, le terzinei i madrigali, le stanze di vario metro, corrispondessero appieno ai mosaici, ai rabeschi, agli ornati architettonici, alle sculture di quell’epoca di risorgiinento delle arti, e delle lettere. Nella stessa guisa che meglio si comprendono il carattere, il senso intimo delle tragedie di Eschilo, dopo avere contemplato i tempii greci di Pesto, e della Sicilia, si può dire che meglio si comprendono, si apprezzano i poemi di Dante; e di Wolfram di Eschenbach, dopo avere visitato le cattedrali d’Italia, ed i monasteri della Germania.

IV.

La Cattedrale, e le altre chiese di Palermo.

Il duomo di Palermo era di già, prima dei Saraceni, la chiesa principale della città, e della arcidiocesi, ed era dedicato a Maria Assunta in cielo. Gli Arabi lo avevano ridotto a moschea, i Normanni lo restituirono al culto cristiano, togliendovi tutto quanto sapeva di Saraceno. Soltanto sopra una colonna del portico, a mezzogiorno, si legge tuttora una iscrizione araba tolta del Corano, la