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sua salma fosse deposta in una semplice fossa murata, a fianco dello stupendo sarcofago di suo padre. Così fu fatto e per vari secoli Guglielmo II non ebbe altra tomba.

Non si era contentato quel re, di costrurre il duomo; vi aveva eretto a fianco un monastero stupendo, dove aveva chiamati dalla Cava i padri Benedettini, e si compiateva desso trattenersi soventi seco loro, rallegrandosi nel contemplare i lavori degli edifici grandiosi, che in quell’epoca andavano sorgendo in Monreale. Il monastero edificato da re Guglielmo, cadde da gran tempo in rovina, ma ne venne innalzato sull’area stesso uno nuovo, splendico assai, come sono in Italia i conventi tutti dell’ordine illustre e dotto di S. Benedetto, i quali hanno l’aspetto di abitazioni principesche, anzichè di monasteri.

L’antico convento doveva essere bellissimo, e migliore di quello di S. Martino. Sorgeva a fianco del duomo; signoreggiava la pianura di Palermo, e dai giardini di quello si gode tuttora la magnifica vista di quella amenissima contrada. Guglielmo aveva circondato il convento di mura e di torri, delle quali sussistono alcuni avanzi; poche rovine del resto rimangono del convento primitivo, ad eccessione del chiostro tuttora abbastanza conservato, e di cui è difficile trovare l’uguale. Consiste in un ampio quadrato circondato da portici; duecento sedici colonnette fantastiche, accoppiate due a due, sopportano gli archi a sesto acuto, ricchi di ornati bizzarri; negli angoli trovansi riunite quattro di queste colonnette, ed i loro capitelli sono lavorati con maggiore cura e perfezione. Non si può abbastanza esprimere quanto bell’aspetto produce quella selva di colonnette graziose, fine, i cui fusti, sono tutti lavorati in diversa foggia, ondati, striati, lisci, a spirale, in ogni maniera la più capricciosa. L’arte ha presa quivi la varietà per legge, e si abbandonò interamente al capriccio; tutto vi è ingenuo, grazioso, puerile, fantastico. La picciolezza delle forme si prestò a quello slancio ardito d’imaginazione. Il porticato di questo chiostro si può dire il contrasto il più saliente dei colonnati greci, e sarebbe