Pagina:Ricordi storici e pittorici d'Italia.djvu/596


— 244 —


Tale si fu il tragico fine della stirpe normanna, a cui la fortuna aveva fatto dono di una fra le più belle contrade del mondo, e la sua rovina fu tanto più notevole che non tardò guari a tenergli dietro quella della stirpe pure degli Hohenstaufen. La Nemesi colpì questa pure. Nella stessa guisa che erasi procurata la dominazione della Sicilia col sangue e colla crudeltà, ebbe a soffrire tratta mento uguale, ed in fin del conto, non raccolse se non quanto aveva seminato. Se dobbiamo prestar fede alla tradizione, Federico II nasceva nello stesso giorno in cui Arrigo suo padre macchiava la sua mano di sangne, il 26 dicembre 1194. Arrigo stesso moriva tre anni dopo in Messina, in età di soli trentadue anni, ed ora ci è mestieri soffermarci alquanto sulla tragica fine degli Hohenstaufen, per vedere quanto le sorti di questi siano state simili a quella dei Normanni. Manfredo, bastardo al pari di Tancredi, al pari di Tancredi prode e generoso, fu tradito e cadde nella battaglia di Benevento; Elena sua consorte si era ricoverata nella rocca di Trani, come un dì Sibilla co’ suoi figliuoli in quella di Caltabellotta; al pari di questa, si vide Elena a sua volta abbandonata da tutti, e rinchiusa in carcere co’ suoi figliuoli. Dessa morì di dolore nella sua prigione; Beatrice sua figliuola visse per ben diciotto anni nel Castello dell’Uovo in Napoli; i suoi tre figliuoli minori Enrico, Federico ed Anselmo, vissero più di trent’anni in carcere, e Corradino finalmente, morì sul patibolo.

E tutto questo sangue sparso, svegliò novella sete di vendetta la quale si sfogò contro gli Angioini, nei vespri siciliani. Fu propriamente un avvicendarsi caratteristico di sorti tragiche.

Gli Hohenstaufen trovarono del resto l’isola in floride condizioni; contrada per sè prediletta dalla natura, era diventata durante la signoria dei Normanni ricca, mercè l’industria ed il commercio. Nessun nemico esterno durante quel periodo era entrato nella città, e dalle coste d’Oriente e d’Africa, vi erano state introdotte quantità stragrandi di