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sette, le quali prepararono la caduta della dominazione araba nell’isola.

Hassan Samsan Eddaula, fu l’ultimo emiro di tutta quanta la Sicilia. Si sollevò contro di lui il proprio fratello Abu Kaab, il quale finì per cacciarlo in Egitto nel 1036. Erano sorti nelle varie città piccoli despoti arabi ed altri emiri dell’Africa, i quali approfittarono dei disordini, per impossessarsi della signoria. Era giunto il momento opportuno per tentare di cacciare gli Arabi, e l’imperatore Michele Paflagonio spedì il prode Giorgio Maniace con un esercito io Sicilia, ma non riuscì a questi di operarne la conquista, bensì vi riuscirono i Normanni nell’anno 1072.

Abbiamo visto del resto, che il carattere della dominazione degli Arabi in Sicilia, fu diverso affatto da quello della signoria dei Mori in Spagna. Entrambe queste regioni, fra le migliori dell’Europa meridionale, furono conquistate dagli Arabi africani, ma in condizioni del tutto diverse. I Mori in Ispagna distrussero un possente impero cristiano, il quale possedeva buoni ordinamenti di governo e di amministrazione, alle quali dovettero provvedere, sostituendone altri. La loro signoria sorta dal Califato degli Ommaiadi, assunse carattere regolare ed ortodosso, di fronte a quello degli Abassidi nell’Asia: si produsse con eroismo cavalleresco, in faccia ed a contatto della Cristianità, costretta da questo contrasto a raddoppiare sempre di energia. Finalmente la Spagna era vasta, e ricca contrada.

Ben diversa si era la condizione degli Arabi in Sicilia. Non ebbero dessi a distrurre ivi una grande potenza indigena, ma solo a cacciare i Greci Bizantini diventati deboli e quasi barbari; la conquista fu loro agevole, e non acquistarono che città decadute dalla antica grandezza; ed inoltre la loro signoria sorta da una setta, da una dinastia provinciale, difettava di quella forza propria di una grande origine. Inoltre il Cristianesimo non venne punto in lotta con essi, ma piuttosto con essi si confuse, perchè non era abbastanza vasta l’estensione dell’isola, ed i