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Fece in Kairewan la proposta a Ziadeth-Allah di mandare nell’isola un esercito, il quale coll’appoggio dei Siciliani sollevati, ne avrebbe fatta facilmente la conquista. Personalmente poi Eufemio aspirava al titolo di imperatore. Le voci in Kairewan erano divise, e molti ritenevano l’impresa troppo arrischiata. Però Ased-ben-Forad, il cadì settuagenario della città, tenuto in gran conto per la sua scienza riuscì a persuadere gli opponenti, ed anzi volle assumere il comando della spedizione. Salparono il 13 giugno dell’827 dal porto di Susa in un centinaio circa di barche, tutto al più un dieci mille fanti, e settecento cavalli, composti di Arabi, di Berberi, di Saraceni fuggiti dalle spagne, di Persiani, e sovratutto di Africani. Quattro giorni dopo sbarcarono presso Mazzara. Sconfissero in un sanguinoso combattimento il generale Palata, e durante la mischia Ased seguendo l’esempio di Alì e di Maometto, stava in preghiere convulso, recitando il capitolo Ia-Sin del Corano, quali un tempo Maometto ed Alì.
Poco dopo si mossero i Saraceni alla volta di Siracusa, dove si accamparono, come dice lo storico arabo, in certe grotte attorno alla città, vale a dire nelle famose latomie. Stettero un anno davanti alla città, dove i Greci incoraggiti pure delle promesse di soccorso loro fatte dal doge di Venezia Giustiniano Partecipazio, opposero gagliarda resistenza. I Saraceni furono decimati dalla peste, come era avvenuto a tutti gli eserciti, i quali in tempi anteriori avevano stretta Siracusa d’assedio, e particolarmente ai Cartaginesi ed agli Ateniesi. Ased-ben-Forad pure, morì per malattia nell’anno 828.
L’esercito Saraceno si elesse a condottiero Mohamed-ibn-el-Gewari, ma ridotto a mal partito quanto quello un tempo di Nicia, prese a battere in ritirata nella stessa direzione tenuta da questi, se non che venne inseguito con minore energia.
Guidati da Eufemio presero gl’infedeli stanza in Minoa, e rafforzati da nuove truppe s’impadronirono d’Agrigento. Panormo cadde nel 831. Chiamato dai Maomettani Bu-