Pagina:Ricordi storici e pittorici d'Italia.djvu/56


- 56 -

una volta in Sardegna, per porre freno alla loro scandalosa usura, la qual cosa prova fin d’allora la tendenza naturale che li chiamava a mescolarsi nelle speculazioni d’imprestito. Se non che, dessi seppero sempre far ritorno a Roma e mantenervisi; che anzi il loro numero andò crescendo di tanto, che sotto i primi imperatori salì a circa otto mile, numero pressochè doppio di quello attuale degli Ebrei, nella città eterna.

Venne poi la conquista della Giudea, e la distruzione del Tempio di Gerusalemme per opera di Tito, le quali condussero a Roma grande quantità di Ebrei prigionieri di guerra, parte dei quali vennero uccisi, ma il maggior numero però di essi prese stanza nella città.

Stimo opportuno proseguire la descrizione del trionfo, affinchè il lettore a cui sia ignoto Gioseffo Flavio, possa farsi una idea di quello spettacolo meraviglioso. «La è cosa impossibile, continua Gioseffo, il descrivere la varietà di questo spettacolo, la magnificenza di esso sotto ogni aspetto, sia per il magistero dell’arte negli oggetti recati, sia per la loro ricchezza e rarità. Tutte quante le cose le più preziose e le più peregrine che gli uomini posseggono, comparvero riunite in quel giorno a far prova della grandezza dell’impero romano. Si videro oggetti ornati di oro, d’argento, e di avorio e non già in picciol numero quali ad accrescere il lustro della solennità, ma in tanta copia, da rassomigliare al corso di un fiume. Si viddero abbigliamenti parte tinti nella più fina porpora, parte tessuti con tutta la maestria dell’arte di Babilonia, le pietre le più preziose, od incastrate in corone od in altre foggie di ornamenti o di gioielli, ed in tanta abbondanza, che quasi sarebbe stato ritenuto errore il considerarli quali cose rare. Seguivano le imagini degli Dei, di una grandezza straordinaria, e lavorate con un’arte inimitabile. Varietà di tutte le stoffe le più preziose, anche animali rari di varie razze, ornati colla più grande cura. Le persone tutte le quali portavano questa rarità, indossavano abiti purpurei ricamati in oro, ed in particolare