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Ognuno può ivi recarsi a pregare per i suoi morti, i quali per tal guisa non diventano totalmente estranei alla pia associazione alla quale appartennero in vita. Questi monumenti sono quasi tutti di stile antico, di gusto puro, semplici, di forme graziose, taluni ornati di pitture di stile pompeiano, e producono in complesso grata e soave impressione. Sonvi fiori dapertutto, cespugli di leandri, di amaranti, di tulipiferi, di ortensie, di mirti; l’aspetto della desolazione vi è totalmente bandito, e stando fra tutti quei fiori, gettando lo sguardo sulla Campania felice, sul mare illuminato dai raggi del sole cadente, non si può a meno di riconoscere, che bene e lodevolmente si è qui provveduto per i morti. Questo bel Camposanto venne aperto nell’anno 1845.
IV.
Sono pochi coloro che partano da Napoli senza avere fatta l’ascensione del Vesuvio, ma pochi fanno quella pure del fratello gemello di questo, il bellissimo monte Somma. Il vulcano che fuma tuttora, trae a sè tutta l’attenzione, e non si onora di una visita l’altra punta di già spenta, ed è però bello il Somma colle ripidi sue pareti di lava, bruna, e colle sue pendici riccamente vestite di foreste, verso le pianure della Campania.
Mi decisi pertanto ad eseguirne l’ascensione, anche perchè il cratere del Vesuvio, considerato colà dall’alto ed in vicinanza, doveva presentarsi sotto nuovo aspetto, tale da compensare la fatica della salita. Eravamo una allegra brigata di sette persone, fra i quali due naturalisti, un zoologo francese, ed un medico russo. Uscimmo di città alle sei del mattino, e dopo aver oltrepassato S. Giovanni piegammo a sinistra per gli ameni campi di S. Anastasia, ai piedi del Somma. Cercammo ivi guide pratiche della località. Una donna robusta, portava la cesta contenente i nostri viveri, e ci precedevano due uomini di bellissima