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Nessuna cosa mi ha prodotto in Napoli tanto viva impressione, quanto la vista di queste catacombe, e quella di Pompei. Entrambi sono preziosi ricordi della storia dell’uman genere, entrambi giacciono sotto terra, e le catacombe si possono a buon diritto dire la Pompei del Cristianesimo. Ambedue segnano una grande epoca dell’umanità, ma il contrasto fra esse non potrebbe essere più pronunciato. Tutto è severo, malinconico nelle dimore abbandonate degli antichi Cristiani; per contro tutto è sorridente, i tempii, le abitazioni, le pitture nella città pagana, tutto accenna ad una popolazione inclinata al vivere lieto; che si compiaceva della bellezza delle forme, e che aveva tolti i suoi Iddii dalle regioni della poesia. E qui troviamo ora le delizie di altre generazioni d’uomini appartenenti però tuttora alla stessa razza. Sono tuttora Greci e Romani come quelli di Pompei, appartenenti ad uno stesso periodo, ma quanto diversi da quelli! Paiono non avere dimenticato lo spirito pompeiano, allegro, vivace. Coi ricordi di Pompei hanno trasportato pure su quelle cupi pareti gli affreschi, i graziosi rabeschi, il torchio di Bacco; se non che quivi servono ad ornamento di tombe. Ed i novelli abitatori, seduti presso le tombe, celebrano coi loro cari defunti le loro agapi, e fanno risuonare quegli specchi del canto monotono delle loro preghiere. Se non che verrà il giorno in cui usciranno dessi alla luce, portando fuori la loro religione devota alla morte, non che le reliquie dei loro martiri, che diffonderanno per tutto l’orbe, proponendole all’adorazione dei fedeli sugli altari infranti, dove sorgevano le statue degli Dei bellissimi dell’antica Grecia, Pompei fu sepolto dalle ceneri del Vesuvio; dalle catacombe usciranno le ceneri, che copriranno il mondo di mestizia.
Saranno queste mie idee considerate quali sogni fantastici di catacombe? Deciderallo ognuno a sua posta. Certo però si è, che non si potrebbe trovare località più adatta alla teologia speculativa, di quelle regioni sotterranee. Vi regnano cupe tenebre, aria pesante, un odore nauseabondo.