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lumi sono accesi; tutti quei prodotti del mare splendono dei colori i più svariati, i ricci, le stelle di mare, i coralli di mare, le aragoste delle loro forme bizzarre, colle loro tinte svariate, non allettano meno la vista che il gusto. Il mistero delle onde è ivi svelato, e questo piccolo mercato presenta ogni sera il lieto aspetto, quasi di una notte di Natale marittima.

Scendendo la gradinata verso il mare, uno si trova tutto ad un tratto quasi in una grandiosa sala illuminata, a cielo scoperto. Il popolo seduto attorno a piccole tavole sta mangiando ostriche e maccheroni, ed uno può procurarsi ivi lo spettacolo dei divoratori di questi ultimi, pagando un paio di grani ad un pescatore, od ad un lazzarone, il quale li fa scivolare nella gola con una agilità ed una prestezza da recare stupore. Dove termina il chiasso di questi divoratori, comincia un’altra scena curiosa dessa pure. Trovasi sotto una specie di volta la fonte di acqua sulfurea. Da mattina a sera donne e ragazze gridano e schiamazzano con bicchieri in mano, invitando a bere l’acqua salutifera. Si prende posto sur una sedia, si beve un bicchiere dell’acqua minerale, e si mangiano alcune piccole ciambelle. Le classi medie trovano ivi spasso con poco danaro, intere famiglie vi accorrono, non meno che persone sole e chi non mangia maccheroni prende almeno acqua sulfurea e ciambelle. il movimento, l’andarivieni della gente da terra, d’in mare, nelle barche, sono incessanti. Ed ivi pure le ninfe notturne tendono le loro reti ai forastieri. Le ragazze di facili costumi vengono accompagnate dalla madre o da una canuta accompagnatrice, custode apparente del loro onore, e più di una tenera relazione comincia a S. Lucia, con un bicchiere di acqua sulfurea.

Non è minore il movimento di giorno, in questa strada, su questa spiaggia. Vi si prendono bagni in pubblico, al cospetto di tutti. Presso il Castello dell’Uovo si vedono tutta quanta la giornata schiere di ragazzi, di giovanotti, i quali saltano in mare, vi guizzano, vi si tuffano, danno