Pagina:Ricordi storici e pittorici d'Italia.djvu/520


— 168 —

liberamente la vista, non essendo questa come nel porto intercettate dalla alberatura dei legni. La bellezza della posizione, invita molti forastieri a prendere alloggio negli alberghi di secondo ordine che sonosi stabiliti in quella strada, per godere alla sera della bellezza inarrivabile di quel mare, e della frescura della brezza marina.

Abitai quaranta giorni a S. Lucia, e quando mi affacciavo alla finestra, mi si presentavano allo sguardo il golfo raggiante di luce; le due cime del Vesuvio colla città biancheggiante alla sua base; le riviere pittoriche di Castellamare e di Sorrento, fino al capo della Minerva; e l’isola di Capri. Ogni mattino mi svegliava la luce rosea del golfo entrando nella mia camera, ed ogni mattina contemplare il magico spettacolo del levare del sole, e le tinte infuocate dei monti e del mare, che parevano avvolgere l’immensa città in un incendio colossale. Più magico ancora si è il colpo d’occhio, allorquando la luna nel suo pieno sorge sul Vesuvio, e spande la sua luce magica sui monti, sul mare, sulla città, illuminando tutto quanto il golfo. La foresta bruna delle antenne delle navi nel porto, si distacca allora sopra un fondo di una bianchezza argentea; la luce dei fanali del porto impallidisce; mille barche scivolano sulle onde, sparendo a momenti per tosto ricomparire; sorge all’orizzonte lo scoglio imponente di Capri, s’illuminano, quasi forme fantastiche, Somma, il Vesuvio, ed i monti di Castellamare e di Sorrento. Chi può dormire in quelle notti? Si prendo una barca a S. Lucia, e si va navigando per le onde fosforescenti, oppure si sta seduto alla spiaggia col popolo, mangiando frutta di mare.

Anche nella notte è questa animata, pieno di vita. Sonvi due file di botteghe di venditori di ostrighe. Trovasi concentrato in S. Lucia il commercio dei frutti di mara, i quali stanno, disposti in buon ordine, colle ostriche nelle piccole botteghe, ognuna delle quali è controsegnata da un numero, e porta il nome del proprietario. Sono incessanti le grida per invitare gli accorrenti ad entrare; i