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a suoi tempi trovavansi di già in quella città liberti ebrei ed altri loro concittadini, trattivi probabilmente dal desiderio del traffico. Vivevano, secondo i loro usi, ed esercitando pubblicamente senza ostacoli la loro religione; e i principi e le principesse ebree al pari dei regoli e principi delle altre nazioni, comparivano davanti il senato ed alla curia di Roma, per curare i loro interessi, imperocchè a quell’epoca vi erano tuttora principi ebrei. Si vide pertanto più volte in Roma il felice Erode accoltevi con onori reali, trattare con Cesare da principe a principe, essere accolto alla sua mensa, sedere a di lui fianco in palco a teatro. Si videro in Roma Archelao, la principessa ebrea Salome, Antipa, ed Antipater; parecchi principi ebrei furono pur anche educati alla corte di Roma. Il nipote di Erode, Agrippa, avventuroso cacciatore di fortuna, era stato educato con Druso figliuolo di Tiberio, ed era l’amico prediletto di Caligola, ai giuochi e passatempi del quale prendeva parte. Il giovane Ebreo libertino era uscito appena dalla prigione per debiti, che Tiberio lo gettò di bel nuovo in carcere dove languì sei mesi, quando la morte dell’imperatore lo venne a liberare, e Caligola lo nominò re degli Ebrei. Sostenne in particolare parte brillante in Roma la bella principessa ebrea Veronica o Berenice sorella ed amante di suo fratello il giovane Agrippa, ultimo re degli Ebrei. Dopo la distruzione di Gerusalemme ebbe stanza nel palazzo di Tito, quale sua favorita, ma ad onta di tutti i suoi intrighi, non le riuscì salire al seggio d’imperatrice.

Erode Agrippa del resto fu l’ultimo Ebreo il quale abbia occupato una posizione distinta, e dopo di lui non viddero più gli Ebrei in Roma ivi fatti segno ad onori veruno dei loro correligionari, ad eccezione del barone Rothschild, al quale venne fatta ai tempi di Gregorio XVI splendida accoglienza, per ragioni che sono facili a comprendersi.

Mentre si andavano in quei tempi alternando in Roma i loro principi più o metto avventurieri, gli Ebrei si erano stabiliti nella città eterna. Cesare loro era propenso,