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con fine scolture e colla figura del pontificio stesa sopra un sarcofago. In una cappella esistono pochi avanzi della tomba del cardinale di Armagnac, nel sancta sanctorum si scorge la lapide mortuaria di Luigi Balbo Bertone di Crillon, sopranominato il Bravo, l’amico di Arrigo IV. Desso morì in Avignone nel 1615, e la sua statua in bronzo, sorge sulla piazza dell’Horloge.

È questa piazza la più bella della città, e trovasi a poca distanza, scendendo dal palazzo dei Papi. È circondata da vari belli edifici, fra quali l’elegante teatro, ed il nuovo palazzo municipale, nello stile del risorgimento francese, preceduto da una corte sopracarica di colonne. Il custode che me lo faceva vedere, mi diceva con aria d’importanza che Luigi Napoleone aveva onorato quel palazzo della sua presenza nel recarsi ad Algeri, che le scale erano state ricoperte di tappeti, e tutto il quartiere aggiustato con gusto squisito. L’imperatore venne accolto con grande ostentazione, però il partito legittimista è tuttora numeroso in Provenza, sebbene sia grandemente scaduto di ricchezze. Intanto Napoleone può per qualche tempo ripesare tranquillo; ha per se i proprietari, e le classi che lavorano; si odono per ogni dove le sue lodi, desso ha domato la rivoluzione, ristabilito l’ordine, e co’ suoi trattati di commercio ha procurato immenso vantaggio a queste contrade vitifere. Ed inoltre notre préponderance! Sono parole che vi si sentono ad ogni passo.

In fin del conto convien però dire che il visitare questa città cagiona una grande stanchezza. Le sue strade, dove qua e là s’incontrano alcuni palazzi, nello stile del risorgimento, alcuni edifici antichi e bizzarri, con porticati e cortili che chiamano a sè l’attenzione, sono cupe; l’atmosfera che vi si respira è malinconica, i ricordi sono pochi.

Non si vedono belle donne come in Arles, dove abbondano quelle di puro tipo greco. Quanto non sono più belle le piccole città della Toscana, Prato, Pistoia, Siena, Arezzo, dove ad ogni tratto s’incontrano le meraviglie