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l’altura, e ad onta fossimo in ottobre, il sole era ardente. Ma il vento del settentrione, il mistrale come qui lo chiamano, si fa sentire soventi con forza, e la città stessa vi è molto esposta, d’onde l’antico proverbio
Avenio ventosa |
Io però farei una correzione all’ultimo verso dicendo Cum et sine vento fastidiosa. Questo proverbio mi ricordò quello di Tivoli. Tivoli di mal conforto, o tira vento, o piove, o suona a morto.
Il nome di Rocher des Doms è derivato da Domnis o Dominis e la cattedrale pure è denominata Nostra Signora des Doms. La rupe sovra la quale sorge, è alta cento trentotto piedi sopra il livello del mare, ed ottant’un piede sopra Avignone. Colà sorgeva l’antica acropoli, e colà ebbero sede in tutte le epoche i principali monumenti della città. Rassomiglia in questo Avignone a parecchie città del Lazio e dell’Etruria, le quali ebbero nel punto più elevato l’antica rocca, ed a fianco di questa il tempio, tanto durante il paganesimo quanto nell’era cristiana; imperocchè le cattedrali ed i palazzi vescovili, fortificati e colle loro torri, furono in generale costrutti con i materiali tolti dai tempii dei gentili.
Prima di introdurre il mio lettore nel palazzo dei Papi, voglio da questo Campidoglio di Avignone gettare uno sguardo sulla storia di questa città e de’ suoi dintorni, imperocchè quale linguaggio possono parlare i sassi e le mura di una località famosa, se loro non dà vita la storia?
L’origine di Avignone è oscura. I Greci la nomarono Avenion, i Romani Avenio, non si sa se togliendo il nome a vento, ab a vibus, avineis. La città deve essere stata capitale dei Cavari o Celti, i quali popolavano questa parte delle Gallie, e più tardi vi presero stanza pure i Massiloti, quale in emporio sul Rodano. Avignone fu quindi colonia romana, con diritto di città latina, ed appartenne al pari