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Avignone non è nè grande nè bella città, però varia di aspetto, ed originale. Ai tempi dei Papi contava ottanta mille abitanti, oggidì sono ridotti a trentasette mille quelli del decaduto capoluogo del dipartimento di Valchiusa. Dessa al pari di tante città d’Italia, dalle quali si ritirò la vita non è più che un monumento senz’anima. L’aria vi è per così dire impregnata di leggende, di storia, ma non già come quasi dovunque in Italia, di belle e poetiche tradizioni; qui sono tutte severe. Abbondano il fanatismo, la prepotenza baronale, l’assolutismo clericale; mancano la vita civile, il soffio della democrazia, i contrasti della vita attiva e del genio della civiltà. L’ombra del suo castello colossale del medio evo si stende su tutta la città; e si direbbe la opprima, la impedisca risorgere; guardando da quello Avignone, si pensa involontariamente ad un legittimista caduto in bassa fortuna, sull’abito di velluto logoro del quale, si scorgono tuttora vestigia di ricami in oro.
Allorquando camminavo sul selciato, propriamente scellerato, di queste strade oscure, malinconiche, mi pareva trovarmi tuttora in Anagni, dove pure più di una volta cercarono i Papi rifugio, dove sussistono tuttora le rovine del palazzo di Bonifacio VIII, e dove la città è decaduta, deserta, polverosa, incresciosa, quanto lo è questa di Avignone. Fu in Agnani appunto, dove Bonifacio VIII fu sorpreso e trattato nel modo il più indegno da Guglielmo di Nogaret, inviato del re di Francia Filippo il Bello; e pochi anni dopo lo stesso re Filippo portava il papato esautorato e ridotto a suoi voleri, nella cattivita francese, o come fu detta di Babilonia, fissandone la sede quivi in Avignone. E queste reminiscenze storiche, queste relazioni fra le due città, mi facevano pensare sempre più ad Anagni, della quale tengo perfetta conoscienza.
Le mura stupende della città, opera dei Papi, colle loro torri quadrate, con i loro merli, con le loro porte; l’alta ed ampia rupe (Rocher des Doms) colla cattedrale e coll’immenso palazzo; la città di aspetto grigio, dalla quale