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quella creazione meravigliosa che fu la carta. Quella striscia bianca che si svolge davanti ai nostri occhi, verrà alla luce stampata coi prodotti del genio o della sciocchezza, nelle scienze o nelle arti, o sotto forma di giornali, di cambiali leggitime o falsificate, di partecipazioni di nascite, matrimoni, o morti, di sentenze criminali, di trattati di pace, di opere drammatiche, di passaporti, di opuscoli politici destinati a far romore, siccome lo fa in questi giorni Le Pape et le Congrés, di carte da giuoco, di fotografie, di lettere d’amore, ed in quei tanti altri usi infiniti ai quali serve la carta.

Fui accolto in una villa presso Isola, il cortese proprietario mi condusse nel parco vicino del conte Lefévre, che dapprima era di sua spettanza, e può quel bel giardino stare al pari con quelli delle ville di Roma. Sovratutto potrebbero i principi Doria e Borghese invidiare al conte Lefévre abbondanza d’acque che non ebbe uopo di procurarsi con arte, imperocchè un braccio del Fibreno attraversa il suo parco, precipitandosi dapprima di scoglio in iscoglio, ed allargandosi quindi in placido e tranquillo lago. Le sponde di questo sono ricche di stupenda alberatura, di belle praterie. Vi sono viottoli ombrosi, recessi solitari, fiori in abbondanza, in una parola, trovai un piccolo Tivoli, dove sarebbe una delizia passeggiare, riposare, leggendo, fantasticando, lasciando la briglia sciolta al pensiero.

Arrivai a Sora, città vescovile e la prima del regno di Napoli in questa parte, trovando alloggio in una buona locanda. Mi accorsi tosto che avevo mutato di paese, che diversi erano gli usi, imperocchè il cameriere mi offrì una lista di vivande i cui nomi sarebbero stati inintelligibili addirittura a Roma. e non mancò di darmi del Don. Al mattino trovai Sora città moderna discretamente pulita, con buon strade, ed aspetto di attività industriale, di commercio. Giace dessa sulle sponde del Liri, che volge le sue acque verdognole fra alti pioppi, simile affatto ad un fiume Germanico. Stavvi sovrapposto un ponte in legno,