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ribaldi, ha consacrata la sua spada e la sua vita, allo affrancamento della sua patria.
Salii di nuovo a cavallo per continuare il mio viaggio, quando il sole volgendo al tramonto, colorava delle più belle tinte i monti di Arpino. Dal monastero ai confini del Napoletano non havvi guari più di un’ora di strada. Dove confinano i popoli, gli stati, si osservano un carattere intermedio, una certa vivacità di spiriti. Gli abitanti dei confini stanno per lo più in guardia gli uni contro gli altri. Mentre gli uomini che abitano nel centro degli stati, diventano facilmente indolenti, ai confini sono irrequieti, mobili, avidi di novità, di fede dubbia, perchè agitati sempre dalla presenza, dal contatto dei forastieri. Un nuovo orizzonte si apre davanti i loro occhi, li spinge ad indagare, a paragonare, li rende proclivi al biasimo, alla critica. Il contatto di due diverse popolazioni, non può a meno di produrre una condizione d’incertezza; corrono ad ogni istante voci, romori, nella stessa guisa che l’invidia ed il sospetto hanno per l’ordinario la loro sede sui confini morali dell’umanità. Non tardai ad arrivare alla dogana romana, la quale trovasi in una casa isolata sulla strada, e dove le guardie di finanza uccidevano il tempo fumando il loro sigaro, i quali per dirlo di passaggio, son buoni nello stato pontificio, e pessimi in quello di Napoli. Di là la strada volge in una regione coltivata a vigneti, ed in breve arrivammo al vero confine, indicato da un semplice sasso. Il Dio Termine congiunge quivi in modo del tutto pacifico i campi di Roma e di Napoli, che non sono nemmeno disgiunti da un fosso. A pochissima distanza del confine sorge il primo villaggio del Napoletano, Castelluccio, e poco al disotto di questo, nel letto del Liri, quello amenissimo d’Isola. Folti gruppi d’alberi annunciano la vicinanza del fiume, graziose ville, fabbriche industriali sorgono fra le piante, e la campagna, stupendamente coltivata, annuncia la fertilità e la ricchezza che hanno sede generalmente in prossimità ai grandi corsi d’acqua. E sopra questi campi ben coltivati, in una ragione ondulata, sorgono a poca di-