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cappelle gentilizie, o cripte mortuarie. Ma dacchè Giulio II non si fece scrupolo di togliere da S. Pietro stesso le tombe dei Papi, di rovinarle, di distrurle, il male esempio fu seguito dovunque, ed ogni qualvolta si trattava di praticare alle chiese una qualche riparazione, un ristauro qualunque. Sono poche le chiese di Roma nella quali lo studioso della storia possa trovare tuttora nelle tombe e nelle iscrizioni memorie del passato, ed alcune ne rimangono in S. Pietro, in S. Giovanni Laterano, nella Minerva, in S. Maria in Aracœli, la famosa chiesa del senato romano durante il medio evo, ed in poche altre, dove il pavimento non venne totalmente disfatto e sconvolto. Ed ora che è troppo tardi s’imprende a tenere in grande pregio quanto venne miseramente distrutto, e fra gli altri De Rossi, l’illustratore infaticabile delle catacombe, salvò da totale rovina gran numero d’iscrizioni del medio evo, allogandole nel museo Laterano.
II.
Al pari di quelle di Roma, erano ricche d’iscrizioni, di monumenti sepolcrali le chiese della città, della campagna ma quivi pure andarono dispersi; quivi pure furono rovinati, distrutti. Mi ero rallegrato pensando che Segni, città vescovile fin dal 499, non poteva a meno di avere una cattedrale antica ma non tardò guari a svanire la mia illusione. Trovai una chiesa moderna di aspetto rozzo, tutta del cattivo gusto romano moderno all’interno, con una cupola dipinta, e con quel lusso di ornati che mal si addice ad una chiesa, imperocchè quale si è l’uomo che si voglia storcere il collo per contemplare a lungo le pitture e gli ornati di una cupola? Sonvi in questa chiesa due statue moderne consacrate a due uomini illustri a cui Segni si vanta avere dato i natali, il Papa Vitaliano, ed il vescovo Bruno. Vitaliano da Segni fu Papa negli anni dal 637 al 672, e pertanto nel periodo più obbrobrioso di Roma, quando la città era soggetta ai Bizantini. Fu desso