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origine le finzioni appunto dei satiri, e del Dio Pane; che probabilmente a questo modo già vestivano i pastori nei tempi favolosi.
Giunti sulla via Latina, si trova in vicinanza Valmontone che invita a visitarlo, ed in poco tempo vi si arriva. Sorgono sur una collina poco elevata ma ripida, il castello, il bel palazzo Barberini, la chiesa, ed a fianco di questa, edificii nello stile barocco del secolo XVII. Si aggruppano poi attorno a questi le case del paese, circondate da giardini, da vigneti, e da campi fertilissimi. I topografi moderni sostengono che Valmontone occupi l’area della antica Tolerio, e l’attuale suo nome formato da valle e monti, compare per la prima volta nei documenti del secolo XVII e riferivasi ad una tenuta di proprietà del capitolo della basilica Lateranense. Questo, un tempo richissimo vendette Valmontone nel 1208 ad Innocenzo III della casa Conti, ed al fratello di lui Riccardo conte di Sora, il quale diventò feudatario di Valmontone, e fu lo stipite del ramo dei Conti di Valmontone e di Segni, ramo che si estinse nel 1575. Giovanni Battista Conti ultimo della stirpe, non lasciò che una figliuola Fulvia, la quale portò tutta la sostanza dei Conti negli Sforza, dove si era accasata. Gli Sforza poi vendettero nel 1634 Valmontone al Barberini, dai quali fu venduto di bel nuovo nel 1651 al principe Camillo Pamfili nipote d’Innocenzo X, e dopo di allora rimase Valmontone proprietà della casa Doria Pamfili.
Il palazzo e la chiesa vennero edificati appunto da Camillo, uno dei principi più ricchi del secolo XVII, grazie particolarmente a sua madre Olimpia Maidalchini, vera arpia, la quale aveva raspato ed accumalato ingenti tesori. Quando anche non si sapesse l’epoca nella quale vennero erette quelle fabbriche, basterebbe un semplice colpo d’occhio a farlo riconoscere, imperocchè hanno tutto lo stile del Bernini, e vi trasportano a Roma in pieno secolo XVII. Non si direbbe di trovarsi davanti ad un castello di campagna, ma in faccia al palazzo Pamfili, od alla chiesa di