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Nel 1294 la sorte aveva tolto l’eremita Pietro da Morone dalla profonda sua solitudine del monte Maiella, per innalzarlo sulla cattedra di S. Pietro; il solitario debole ed incapace aveva fissata la sua stanza in Napoli, dove era stromento cieco nelle mani di Carlo re; intanto ambiva la tiara pontificia, l’ambizioso ed energico cardinale Benedetto Gaetani da Anagni. Pietro, o per parlare con più esattezza, Celestino V, si decise ad abdicare, e così fece cinque mesi appena dopo la sua elezione, rientrando tosto nella sua solitudine. Se non che, appena il Gaetani, che tolse nome di Bonifacio VIII fu eletto Papa, fece prendere il fuggitivo e lo portò nel suo palazzo in Anagni, e da questo poco dopo lo rilegò nel vicino borgo di Fumone, dove il povero eremita cessò di vivere.

Bonifacio poi non aveva punto dimenticato che i due cardinali della casa Colonna, Jacopo e Pietro, avevano contristata vivamente la sua elezione, e si decise di umiliare ed indebolire questa famiglia potente. Venne apertamente a rottura con essa nel 1297, per motivi o pretesti che non monta qui riferire. Scomunicò per la prima volta i due Colonna nel 1297; poco tempo dopo rinnovò la bolla, e confiscò tutti i loro beni, città, e castella. Tenne dietro a ciò una decisa crociata, o guerra del Papa, contro i Colonna. Questi avendo considerato, con ragione, la distruzione di Palestina quale violazione per parte del Papa del trattato in forza del quale la città si era arresa a discrezione, si decisero fuggire per sottrarsi alla collera del vendicativo Pontefice. I due cardinali, scomunicati e privi della loro dignità, si ritirarono a Rieti, e Sciarra Colonna, capo in quel tempo della famiglia, si ricoverò in Francia dove incontrò favorevole accoglienza presso Filippo il Bello, il quale era in guerra con Papa Bonifacio che lo aveva scomunicato, e dichiarato decaduto dal trono. Il re e Sciarra formarono il disegno di sorprendere Bonifacio nel suo palazzo di Anagni, dove si trovava nella state del 1303, e di farlo prigioniero. A questo fine Sciarra si unì con Guglielmo di Nogaret, il quale godeva di tutta la fiducia del